Incontro delle Società Sportive
con Papa Francesco
Anche la nostra società era presente a questo immancabile appuntamento,
Calcio, basket, atletica, tutto in piazza San Pietro, su su fino al sagrato della basilica, giovani, meno giovani, sportivi e meno sportivi ma tutti animati dalla voglia di essere testimoni. La festa dello sport con il CONI e il CSI è iniziata presto sabato mattina, ma poi è diventata davvero un fiume di gente e di bandiere, testimonianze ed esibizioni si sono alternati sul palco naturale della piazza in attesa del Papa che nel pomeriggio è arrivato per dare a tutti la sua benedizione, per dire un’Ave Maria con tutti e per tutti.
“E’ importante che lo sport rimanga un gioco” ha detto il Papa agli atleti “solo se rimane un gioco fa bene al corpo e allo spirito. E proprio perché siete sportivi, vi invito non solo a giocare, come già fate, ma anche a mettervi in gioco, nella vita come nello sport. Mettervi in gioco nella ricerca del bene, nella Chiesa e nella società, senza paura, con coraggio ed entusiasmo. Mettervi in gioco con gli altri e con Dio; non accontentarsi di un “pareggio” mediocre, dare il meglio di sé stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre.”
Bisogna sentire il ”gusto e la bellezza” del ”gioco di squadra” spiega Francesco. “E voi, ragazzi, che provate gioia quando vi viene consegnata la maglietta, segno di appartenenza alla vostra squadra, siete chiamati a comportarvi da veri atleti, degni della maglia che portate. Vi auguro di meritarla ogni giorno, attraverso il vostro impegno e la vostra fatica”. ”Vi auguro anche di sentire il gusto, la bellezza del gioco di squadra, che e’ molto importante per la vita. No all’individualismo. Appartenere a una societa’ sportiva – dice Francesco – vuol dire respingere ogni forma di egoismo e di isolamento, e’ l’occasione per incontrare e stare con gli altri, per aiutarsi a vicenda, per gareggiare nella stima reciproca e crescere nella fraternita”’.
Ed ha concluso con una richiesta di preghiera per lui stesso come di consueto: “Pregate per me, perché anche io devo fare il mio gioco, che e’ il vostro gioco e che e’ il gioco di tutta la Chiesa: pregate che io posso fare questo gioco fino al giorno che il Signore mi chiamerà a sé”.